Se non stai facendo delle onde non stai navigando
If you’re not making waves, you’re not under weigh. – (Se non stai facendo delle onde non stai navigando)
Non può che prendere avvio da questa frase dell’ammiraglio Nimitz, la mia navigazione con lo “Champagnat”, sì perché la lingua inglese mi sarà affidabile compagna di viaggio per 4 anni.
E poi, malgrado questa afosa estate del ’22, vedo garrire le bandiere, infatti, complice la vicinanza al mare e le correnti, qui, sul ponte I, in plancia, c’è sempre un refolo d’aria, fresca e soprattutto pulita.
Mi sono avvicendato nell’estate del ’18 al comando dell’unità rilevando un autentico Fratello Marista, eredità quindi già complicata, per di più sciogliendo gli ormeggi verso un mare che percepivo inquieto sebbene i “notam” meteo lo prevedessero invece quasi calmo.
Un equipaggio numeroso vario e variamente capace mi ha accompagnato nella rotta: alcuni, peraltro, si sono rapidamente imbarcati altrove, altri invece sono stati sbarcati ed altri ancora sono rimasti con motivazioni e volontà diverse ma, senza eccezione, sono stati sempre tutelati. Legittimamente non a tutti può essere piaciuto il comandante: francamente non l’ho mai preteso e nemmeno più di tanto me ne sono interessato o adesso me ne cruccio: ciò che sempre e solo ha costituito la mia missione è stato riportare in linea di galleggiamento la nave, nell’interesse dell’Armatore, dell’Equipaggio stesso ma soprattutto, dei Passeggeri.
Già la linea di galleggiamento e il massimo carico sostenibile (Linea di Plimsoll) … la nave necessitava di alleggerirsi di un fardello troppo pesante e portato troppo a lungo pena un rapido ingavonamento: ecco il perché di scelte dolorosissime vissute umanamente e spiritualmente in modo tanto devastante quanto solitario. Inoltre, è vero, non ci sono state le belle feste che hanno caratterizzato le precedenti spensierate crociere però nemmeno collisioni e/o avarie fatali malgrado i tanti iceberg che periodicamente, con sorprendente tempismo, si sono frapposti sulla rotta.
Forse alle volte si è navigato a vista? Forse sì, tuttavia se gli apparati non ricevono il segnale dal satellite allora occorre essere capaci di orientarsi con la bussola, con nervi saldi e cuore ardito, per quanto ciò sia faticoso, richieda tempo e tanta passione per la navigazione.
I Passeggeri, finalmente! La parte più entusiasta, felice e motivante di tutta questa storia! Un privilegio poter lavorare e navigare per e con loro, dai ponti inferiori fino al III e poi solo, purtroppo, al II.
Incredibile vedere come hanno affrontato e superato ogni tempesta, ogni fortunale o sventura che si è abbattuta sulla navigazione: intrepidi, audaci e coraggiosi! Forse grazie all’incoscienza di chi sa che il tempo gioca a proprio favore, forse per la consapevolezza che grazie alla tecnologia nulla è più impossibile, forse in virtù di una Fede ora inconsapevole ma già salda come la certezza che dopo ogni uragano il mare torna comunque a placarsi. Davvero straordinari: i comandanti debbono sempre dare l’esempio ed essere autorevoli ma questo è direttamente funzionale alla fiducia ed all’affidamento dei propri Passeggeri. Per loro, i Ragazzi, non esistono parole di ringraziamento sufficienti ad esprimere la mia Riconoscenza e la mia Gratitudine.
La navigazione termina, la nave attracca nel porto, i passeggeri sbarcano sulla banchina gremita di familiari, chi felice di tornare a terra chi, invece, non vede l’ora di ripartire. Poi tocca all’equipaggio scendere in attesa del prossimo imbarco, chi con interesse curioso della nuova destinazione chi per stabile routine.
Anche il Comandante lascia, non abbandona, la nave dopo essersi accertato che la stessa sia in sicurezza per la riconsegna all’Armatore. Prende terra per ultimo quando la banchina è deserta perché chi compie il proprio dovere non vuole né cerca riconoscimenti o gratitudini, vive infatti tutto ciò nella consapevolezza di aver fatto bene il proprio lavoro e perché, finalmente, se si guarda alle spalle, serenamente, ha buona ragione di non vedere più nessuno.
Angelo Nelli