Perché si regalano le mimose?
Questo giornata è celebrata in tutto il mondo ed è stata organizzata per la prima volta a New York, nel 1909. Già nel 1922 c’è stato un primo, timido tentativo di celebrazione anche in Italia. Nel 1977, le Nazioni Unite hanno deciso di ufficializzarla come celebrazione mondiale. Nonostante ciò, l’abitudine di regalare rametti di mimosa è esclusivamente italiana e non viene seguita anche negli altri paesi. In Francia, ad esempio, si regalano violette ( vi ricorda nulla?) o mughetti.
Da noi si donano questi fiori soprattutto perché sono i primi a sbocciare anche se non è ancora primavera, ma pare che tutto sia iniziato quando nel 1946 il segretario Luigi Longo chiese alle parlamentari del dopoguerra quale sarebbe stato il fiore più adatto da offrire come segno di rispetto alle donne, che quell’anno avevano ottenuto anche il diritto al voto.

Si dice che a suggerire la mimosa siano state due politiche attiviste per la parità di genere, Rita Montagnana e Teresa Mattei. La prima era una sarta di famiglia ebrea che aveva partecipato alle occupazioni delle fabbriche del 1919 mentre Teresa Mattei da ragazza era stata espulsa da tutte le scuole d’Italia perché contestatrice del fascismo, era un’ex partigiana combattente e una delle più giovani componenti dell’Assemblea costituente.
Rita Montagnana e Teresa Mattei proposero la mimosa perché è un fiore facile da reperire in campagna in Italia a marzo, perché non è costoso ed è apparentemente delicato, ma tenace e resistente come le donne. Così la mimosa diventò, nel dopoguerra, il simbolo della giornata delle donne.
La redazione dello Champagnat