Per fare un prato basta
un filo d’erba e un’ape
Un filo d’erba e un’ape
E un sogno
Un sogno può bastare
Se le api sono poche”
(Emily Dickinson)
Carissime Famiglie,
oggi è il vero inizio, il primo suono della campanella, il mettere da parte le tanto adorate vacanze… si torna sui banchi di scuola, si rivedono i visi che abbiamo lasciato e si conoscono tanti altri visi nuovi. Per qualcuno è davvero il Primo giorno di scuola, lasciati i balocchi all’infanzia, si prende lo zaino in spalla e si salgono le scale. Ma… una domanda mi sorge spontanea? Che cosa deve significare la scuola? La nostra scuola?
Io credo che essa non debba significare soltanto frequentare le lezioni e istruirsi, ma deve essere un graduale processo di crescita, formazione ed evoluzione della persona e quindi i nostri sforzi comuni devono avere un unico obiettivo: migliorare la scuola, renderla un’officina del sapere e della cultura, luogo in cui i bambini di oggi si trasformano nei cittadini del domani.
Ciascuno di noi, con i propri ruoli, funzioni, compiti, ha il dovere di progettare e operare scelte di senso, che aiutino questi “uomini in erba” ad orientarsi verso il traguardo da raggiungere, con la consapevolezza della strada da percorrere.
Mi piace immaginare la scuola come una grande orchestra che deve suonare un’ importante opera musicale. Ogni orchestrale ha un suo ruolo, suona il suo strumento, e la sua musica non solo non invade, ma ben si amalgama con quella degli altri, rispetta lo spartito e segue il direttore d’orchestra che ha l’onere e la responsabilità di dirigere il tutto: solo così la melodia sarà orecchiabile e gradevole. Così per la scuola: ogni elemento facente parte a vario titolo della nostra comunità scolastica, a partire da chi, come me, riveste un ruolo istituzionale, sino al personale docente e a quello non docente, passando dal ruolo determinante dei genitori, deve proiettare il massimo impegno nelle proprie funzioni ed avere rispetto dei ruoli degli altri, senza invasioni. Solo così l’impegno comune darà risultati eccellenti”. È un impegno questo che coinvolge tutti e, in particolare, le vite dei “nostri” bambini e ragazzi e, per portarlo a termine, dobbiamo camminare insieme, esserci.
Un antico proverbio dice: “I genitori possono dare ai figli soltanto due cose: radici e ali”. Pure la scuola può contribuire a questo “dare”: le radici, costituite dalla preparazione e dalla conoscenza, indirizzate ad una cultura che dà vita, e le ali, che permettono l’immaginazione ed il sogno, necessari per volare in alto.
A voi tutti ragazzi mi permetto di dire: andate a scuola con passione, cogliete questa opportunità non come una fatica o come un obbligo imposto dalla famiglia o dallo Stato, ma come il momento per crescere e diventare migliori, perchè è sui banchi, magari affrontando e faticando per una prova od una interrogazione, che si sceglie e costruisce il futuro che desiderate.
A voi il compito di essere migliori.
Con affetto.
La Preside
Prof. Nadia Perazzo