Lunedì 14 gennaio, dalle ore 9,00 alle 10,30 il signor Gilberto Salmoni, 90 anni, ha parlato a tutti i ragazzi della scuola media e del liceo.
Gilberto Salmoni è un ingegnere genovese che quando aveva 16 anni è stato deportato con tutta la sua famiglia a Fossoli e poi a Buchenwald insieme a suo fratello maggiore. Loro due per caso, per fortune misteriose, per fatalità sono ritornati a Genova. Suo padre, sua madre, sua sorella no.
E poi la storia è andata avanti, quei giorni feroci e insensati si sono allontanati sempre più e le ferite, giorno dopo giorno, hanno smesso di sanguinare. E ora da quelle ferite assurde, in modo semplice e quasi sottovoce, è nato un impegno, un servizio, una attività di memoria e riscatto. Salmoni è il presidente della sezione genovese dell’Aned (associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e ci ha stupito tutti, lunedì. Sia quando ha parlato della sua giovinezza nella cappellina dell’istituto, sia quando si è intrattenuto per un caffè con la comunità dei fratelli e alcuni docenti, sia quando, una vera roccia, ha passato ancora una oretta solo nella classe quinta liceo, con i nostri diciottenni. A fianco a lui poi era presente anche la professoressa Anna Romanzi (moglie dell’illustre scienziato e partigiano Carmine Alfredo Romanzi, ex rettore dell’università di Genova dal 1969 al 1984).
Memoria e riscatto, scrivevo, per sintetizzare il lungo dialogo fra un signore di 90 anni a cui il male, i tradimenti, la follia, l’ideologia di morte che muoveva nazisti e fascisti degli ultimi anni di guerra non sono riusciti a togliere la serena accettazione dei momenti difficili, la fiducia nei confronti dei buoni (suo fratello, i compagni di prigionia, specie di quelli di cui capiva la lingua), la coraggiosa convinzione che il rispetto dell’uomo, la tolleranza, la resilienza (capacità di superare gli ostacoli con l’intelligenza e l’ironia) alla lunga vincono e meritano di essere preferiti alle urla dei prepotenti.
Riscatto, dicevo perché il modo sereno di parlare di questo signore, l’invito a riconoscere le cause dei mali descritti (la dittatura, la mancanza di democrazia, la violenza verbale e fisica), la gentilezza e il sorriso che lo hanno accompagnato per tutto l’incontro dimostrano che non c’è ostacolo che ci può bloccare per sempre.
I ragazzi hanno fatto domande, i docenti hanno ringraziato della testimonianza, tutti siamo rimasti stupiti dalla dolcezza e dalla mancanza di acrimonia in questo testimone luminoso di giorni bui. Grazie delle sue parole, signor Gilberto, con lei non abbiamo solo celebrato il giorno della Memoria, ma abbiamo visto in pratica come la libertà e la voglia di superare gli ostacoli aiutano a vincere ogni rancore.
Un grande scrittore, Thomas Mann, nemico giurato del nazismo e del suo capo, ha scritto un articolo dal titolo urtante: Fratello Hitler. Lì scrive: “So che Hitler è parte del mio popolo e ho delle responsabilità nei suoi confronti. Lo ucciderò, lo punirò, ma se Hitler avesse dei figli sarei anche responsabile della loro educazione…”
Ecco, nelle parole prive di livore e piene di comprensione del signor Salmoni, anche nei confronti dei Tedeschi di oggi che ogni anno lo invitano in pace e senso di riparazione, ho sentito la stessa volontà di questo scrittore di guardare senza timore negli occhi la belva del male , ma di proteggere e accudire con rispetto tutti i cuccioli, anche quelli malnati. Grazie, dott. Salmoni, delle sue parole di speranza. Grazie anche al gruppo di pastorale della scuola che ha organizzato questa toccante giornata.