Durante la Settimana Champagnat, il Gruppo di Pastorale Locale (GPL) in collaborazione con il Professore Matteo Fioravanti, docente di Arte e Immagine nella scuola secondaria di primo grado ha proposto alla classe terza di partecipare ad un concorso, il tema era “il volto di Marcellino”.
I ragazzi hanno avuto due settimane di tempo per realizzare a mano libera limitati solamente dalla loro fantasia il volto del fondatore in una delle tante pose.
Terminato il lavoro, come nei migliori contest è stata indetta una settimana di votazioni in cui tutti gli studenti e i professori dell’Istituto hanno potuto esprimere la loro opinione selezionando due ritratti.
Al termine della settimana il GPL si è riunito ed ha conteggiato e controllato la validità dei voti, potendo finalmente nominare i vincitori.
I vincitori insieme al Delegato di Pastorale
Congratulazioni a Davide e Nicolò !!!
Il GPL e tutto il corpo docente è orgoglioso di voi e dell’impegno che avete messo in questo concorso, vi meritate decisamente il premio in palio.
Davide e Nicolò esibiscono il premio
Un grande grazie a tutti gli altri studenti che hanno partecipato all’iniziativa, non vi demoralizzate ci sono ancora tante iniziative a cui dedicarsi.
Le parole “Risparmio Energetico” fanno ormai parte della vita di
tutti i giorni, le sentiamo ai telegiornali e le leggiamo sui quotidiani
come unica alternativa a scenari futuri preoccupanti.
Perché,
finché è stato possibile, ci siamo radunati nelle piazze per cercare di
dare voce al nostro Pianeta? Perché la Terra sta soffrendo e cerca in
tutti i modi di farci capire che ha bisogno del nostro aiuto.
Come?
La risposta è essenzialmente una: con il riscaldamento globale. Le
conseguenze sono ben note: dall’effetto serra allo scioglimento dei
ghiacci, dai repentini cambiamenti climatici alla riduzione delle
biodiversità. Questi sono solo alcuni esempi ma sottolineano in maniera
evidente la gravità e la dimensione del problema. Per questi motivi il
risparmio energetico deve diventare una priorità.
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile con i relativi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 (https://unric.org/it/agenda-2030/).
Tra questi 17 obiettivi alcuni si
soffermano in modo puntuale sul problema energetico poiché l’accesso
all’energia è essenziale in ogni momento della nostra vita quotidiana e
l’energia è la principale responsabile del cambiamento climatico.
Oggi
la maggior parte dell’energia prodotta viene ottenuta sfruttando
combustibili fossili che causano circa il 60% delle emissioni di gas
serra globali da cui ne consegue il cambiamento climatico e
l’innalzamento delle temperature.
Tra gli obiettivi da
raggiungere c’è la produzione di energia pulita ottenuta con tecnologie
moderne e sostenibili, sfruttando per esempio le fonti di energia
rinnovabili, ma anche un consumo minore, un risparmio energetico e uno
stile di vita sostenibile.
Ma come possiamo risparmiare? E come possiamo avere uno stile di vita sostenibile?
Alcuni dati su cui riflettere.
Quanta acqua consumiamo mentre ci laviamo i denti se non chiudiamo il rubinetto? 11 litri/minuto
Quanta acqua consumiamo facendo la doccia? 10 litri/minuto
Se
facciamo un rapido calcolo capiamo facilmente come due azioni tanto
semplici e quotidiane possano essere estremamente dannose per il nostro
Pianeta poiché meno del 3% dell’acqua sul nostro pianeta è potabile e un
eccessivo utilizzo di acqua contribuisce allo stress idrico mondiale.
Se applicassimo nella nostra quotidianità la “regola delle tre R”: Ridurre, Riciclare, Riusare, risparmieremmo energie e inquineremmo di meno, proteggendo il nostro pianeta.
Altre buone abitudini
consistono nel prediligere ove e quando possibile la luce solare. Ma non
solo, è possibile risparmiare fino all’80 % di energia elettrica
sostituendo le lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo.
Anche
nella scelta degli elettrodomestici è importante fare attenzione a
quello che si sta per acquistare. Oggi, per aiutare il consumatore, i
produttori sono obbligati per legge a etichettare anche secondo classe
energetica il prodotto in vendita, in modo da scegliere in modo
consapevole gli elettrodomestici più efficienti.
Queste sono solo alcune azioni che si possono intraprendere a livello personale per indirizzare il futuro nella giusta direzione. Chiaramente è necessario che ognuno faccia la sua parte, ma non solo, è soprattutto necessaria una sensibilizzazione a livello collettivo, perché le azioni del singolo diventino un piccolo tassello di una buona pratica comportamentale condivisa e regolamentata a livello globale.
Professoressa Sara Traverso, Docente di tecnologia per la Scuola Secondaria di I°.
Sul coronavirus è stato detto
davvero ormai di tutto. C’è un’ampia letteratura, anche scientifica, sui vari
aspetti di questa epidemia. C’è, però, una prospettiva ancora un po’ negletta.
Cioè quella evoluzionistica.
Fotografiamo la situazione: un pacchetto di RNA circondato da una capsula di
proteine, piccolissimo, ci ha sconvolto l’esistenza. Come è possibile questo?
Guardiamo la questione dal punto di vista evolutivo: questi organismi sono
molto antichi, in circolazione da più di tre miliardi di anni. Significa aver
avuto tanto tempo a disposizione per infettare dapprima i batteri e poi
iniziare e proseguire la lotta con gli organismi pluricellulari, noi compresi.
I virus sono antichissimi, noi siamo una specie giovanissima. Hanno, quindi, un
certo vantaggio. L’RNA in particolare è poi una molecola abbastanza instabile,
di più del DNA e forse più antica: mutano quindi molto velocemente rispetto a
noi esseri umani. Ma guardiamo anche gli aspetti più recenti, dal punto di
vista del SARS-CoV2. Noi siamo 7,5 miliardi di potenziali ospiti, diffusi in
tutto il mondo e abbiamo inventato mezzi di trasporto in cui ci ammassiamo e
viviamo in città e metropoli: l’ospite perfetto per diffondersi.
Ricordiamolo: il virus obbedisce a un imperativo darwiniano
primordiale: moltiplicarsi, fare copie di se stesso finché può. Ma la questione
è ancora più complicata e non si tiene presente un altro aspetto: non solo
siamo ospiti perfetti, ma negli ultimi decenni abbiamo comportamenti che
aiutano i virus ad attaccarci. Per esempio perturbare e deturpare gli
ecosistemi è una pessima idea perché in questo modo alcuni di questi
microorganismi hanno fatto il salto di specie da animale a uomo. Se noi
distruggiamo l’ambiente, ciò significa aumentare il contatto.
Ma c’è di molto peggio. Molti di questi animali esotici che non potremmo
nemmeno cacciare li mettiamo poi in mostra in vari mercati (non solo in Cina: ce
ne sono in tutto il mondo), vivi e morti con condizioni igieniche pessime. In
una situazione del genere il virus a RNA fa il suo mestiere, purtroppo. Noi,
homo sapiens, dovremmo avere un vantaggio: il nostro cervello. Potremmo
ragionare e pensare a come evitare determinate situazioni. È già successo altre
volte: con la Sars, con la rabbia, con Ebola e via dicendo, ma non abbiamo
imparato nulla.
I virus hanno degli avversari: la ricerca scientifica, l’igiene, il progresso sociale e la protezione ambientale. Dobbiamo capire la logica del virus, che è di tipo evolutivo.
Iniziative della giornata
Tra le tante iniziative che vi sono oggi ve ne segnaliamo una in particolare, quella fatta in collaborazione con il Museo di Storia Naturale “G. Doria”, il DISTAV dell’università di Genova e gli Amici del Museo “G. Doria”
Oggi alle ore 17 :CHE FINE HA FATTO DARWIN? Conferenza online tenuta da Loris Galli
Ascoltiamo sia il grido della Terra che il grido dei poveri.
Il XXII Capitolo Generale ci ha invitati a “risvegliare in noi e intorno a noi una coscienza ecologica che ci sia di impulso ad impegnarci nella cura della nostra casa comune”. Si proponeva in modo concreto, nell’ambito della missione: “Creare una coscienza ecologica integrale in tutte le nostre comunità e nelle diverse aree della missione, così come sviluppare politiche a tutti i livelli dell’Istituto che rafforzino il nostro impegno per la cura della nostra casa comune”.
La nostra locandina di adesione
Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato Sì (LS), sulla cura della casa comune, esprime che, per risolvere una situazione così complessa come quella che si presenta oggi al mondo, non è sufficiente assumere come singoli degli atteggiamenti migliori. Ai problemi sociali si risponde con le reti di comunità, non solo con la semplice somma dei singoli comportamenti. Inoltre, la conversione ecologica necessaria per creare una dinamica di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.
La Provincia Marista Mediterranea
Come istituzione educativa, ha un’enorme responsabilità e intende rispondere in qualche modo all’opportunità di contribuire a creare sempre più una cultura della cura della casa comune tra i nostri bambini, giovani e famiglie. Per tutti questi motivi vogliamo come maristi partecipare attivamente a questa conversione comunitaria! Ed è per noi una grande gioia comunicarvi che abbiamo scelto di essere membri del “Global Catholic Climate Movement“.
In questo modo, continuiamo a compiere passi all’interno dello scenario “Noi siamo Terra” del nostro piano strategico. Insieme alle organizzazioni cattoliche di tutto il mondo, lavoreremo in rete per promuovere diverse iniziative educative, di preghiera, riflessione e/o di denuncia.
Si tratta quindi di curare la dimensione spirituale della persona, di mettere in discussione i nostri stili di vita e di partecipare anche alle politiche pubbliche.
Vi terreno aggiornati sulle novità future. Per ora vi lasciamo (nei link sotto) delle info aggiuntive su questo movimento cattolico. Augurandoci che questa notizia sia anche un motivo di speranza.
Nel Giorno della memoria tanti sono gli appuntamenti che coinvolgono soprattutto i più giovani e i loro docenti impegnati a far conoscere e a ricordare i crimini commessi contro l’Umanità. Pochi, ovviamente, riguardano storie “a lieto fine” come questa che ha avuto luogo proprio nel nostro territorio.
Per i nostri alunni della scuola secondaria di primo grado abbiamo pensato di organizzare la proiezione di un film documentario di una vicenda accaduta vicino a noi.
Il film è stato introdotto dall’intervento del Dott. Angiolo Chicco Veroli rappresentante della Comunità Ebraica di Genova e dalla Professoressa Carla Barberi
La Scuola del Mediterraneo
Nella cittadina di Recco sorgeva la Scuola
del Mediterraneo, fondata da Hans Weil, giovane professore universitario che dalla
Germania si era trasferito in Italia con la famiglia poco dopo l’ascesa al
potere di Hitler.
Era una scuola senza voti
e senza diplomi, che accoglieva soprattutto figli di famiglie ebree. Si basava sull’alternanza
di momenti di studio, in particolare della storia e delle lingue straniere, con
attività pratiche come la cura di orti e giardini, l’insegnamento del nuoto e della
fotografia..
Purtroppo la scuola venne chiusa d’autorità poco
prima dell’emanazione delle Leggi Razziali fasciste. Leggi che vietavano agli
ebrei di studiare nella scuola pubblica, ma anche di possedere una radio, di
apparire sull’elenco telefonico, di avere dipendenti ariani.
Tutti gli ebrei stranieri dovevano lasciare il paese e così fu per la famiglia Weil, ma prima, gli studenti furono messi in salvo durante una finta gita sugli sci, in realtà una fuga attraverso le Alpi fino in Svizzera. Anche il professor Weil si salvò, ma non poté mai più riprendere il suo ruolo di educatore e dovette adattarsi a fare il fotografo. I suoi figli, però, poterono studiare e crescere liberi in America.
La nuova vita della Scuola
Circa una sessantina d’anni dopo i fatti
narrati, la sede della ex-scuola venne divisa in appartamenti e uno di questi
fu acquistato da una coppia di ricercatori universitari. Per merito loro fu
riportata alla luce l’intera storia e fu rintracciata l’unica sopravvissuta, la
figlia del prof. Weil, Constance che poté così ritornare con le sue figlie a
Villa Palme..
Durante il suo ultimo soggiorno Constance
Weil, incontrò anche gli studenti della scuola locale. Nacque così il progetto
di realizzare un docu-film interpretato
dagli stessi ragazzi e finanziato con una campagna di
crowdfunding.
Oggi Connie non vive più. Le sue
ceneri riposano in un piccolo cimitero, di fronte al primo mare della sua vita,
quello di Recco.
Sulla sua lapide queste parole: “In memoria di Constance Weil, cittadina onoraria”.
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